Ikigai: il “senso della vita” giapponese (che tutti dovremmo trovare).

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Ikigai - il senso della vita

La parola ikigai deriva da “iki” (che in giapponese significa “vita”) e “gai” (valore).

Come recita Wikipedia, ikigai è l’equivalente italiano del “senso della vita” o della “ragione d’essere”, ma la definizione che mi piace di più è “una ragione per svegliarsi al mattino“.

Secondo la cultura giapponese ognuno di noi ha un ikigai.

Trovarlo è l’unico modo per vivere la propria vita consapevolmente, con serenità e soddisfazione.

Ma entriamo nel dettaglio.

Passo 1: i quattro componenti dell’ikigai.

La ricerca del proprio ikigai parte da quattro aree distinte:

Ciò che amiamo.

Il nostro ikigai deve riferirsi a qualcosa che ci piace fare, sempre e comunque.

Qualcosa che ci fa stare bene e che quindi ci permette di provare un senso di benessere.

Può trattarsi di un hobby, ma non necessariamente.

Il punto importante è che questa attività, quale che sia, ci renda felici e ci dia soddisfazione.

Ciò che sappiamo fare.

Questa area si riferisce alle nostre competenze, già acquisite o che ci piacerebbe acquisire.

Un’inclinazione naturale verso un’attività oppure qualche compito che svolgiamo senza fatica.

Una materia nella quale sentiamo di avere esperienza o per la quale vorremmo averne.

In quest’area possiamo comprendere la propensione verso alcune attività, talenti che siamo consapevoli di avere (e che potremmo voler rafforzare) ma anche abilità che al momento ci sono sconosciute ma che vorremmo possedere.

Ciò che ci fa guadagnare.

L’ikigai è qualcosa che ci permette di guadagnare.

Un’attività per la quale possiamo ricevere un compenso e per la quale esiste una richiesta del mercato.

Questo perché non sarebbe realistico pensare di avere trovato la propria ragione di vita e, allo stesso tempo, non avere di che sostentarci.

Il nostro ikigai deve anche fornirci i mezzi per vivere decorosamente.

Ciò che serve al mondo.

L’ultimo punto, ma non il meno importante, riguarda l’utilità che il nostro ikigai riveste nel mondo (inteso in senso lato).

Aiuta qualcuno?

Rende il mondo un posto migliore dove vivere?

Ha un valore intrinseco che mettiamo a disposizione della società o di una determinata cerchia di persone?

Passo 2: come determinare il proprio ikigai.

Partiamo dal presupposto che la definizione del proprio ikigai è data dall’intersezione di ognuna delle aree citate.

Possiamo definire ikigai, infatti, solo quel qualcosa che ci permette di soddisfare gli elementi distintivi di ognuna delle quattro aree.

E se non siamo così fortunati da riuscire a farlo?

Andiamo con ordine, un passo alla volta.

Ikigai: il diagramma.

Partiamo da una rappresentazione grafica che ci permette di visualizzare con facilità i quattro componenti già citati e le varie intersezioni che possono creare.

Ikigai - diagramma

2 componenti su 4: cosa abbiamo trovato?

⓵ Cio che amiamo + Ciò che sappiamo fare:

Sappiamo fare qualcosa, che coincide anche con ciò che amiamo fare: abbiamo incontrato la PASSIONE!

⓶ Ciò che sappiamo fare + Ciò che ci fa guadagnare:

Abbiamo delle competenze e le mettiamo in pratica, ricevendo per questo un compenso: questa è senza ombra di dubbio la nostra PROFESSIONE.

⓷ Ciò che ci fa guadagnare + Ciò che serve al mondo:

Il mondo ha una determinata esigenza che noi possiamo soddisfare ricevendone in cambio una remunerazione: ecco individuata la nostra VOCAZIONE.

⓸ Ciò che serve al mondo + Ciò che amiamo:

Quando abbiamo individuato ciò che più amiamo, e a questo corrisponde anche un bisogno del mondo che possiamo soddisfare con il nostro operato, abbiamo trovato la nostra MISSIONE.


Passione
, professione, vocazione e missione.

Abbiamo trovato il nostro scopo della vita?

Solo in parte.

Ognuna delle intersezioni createsi ci offre aspetti positivi che arricchiscono e rendono piacevole la nostra vita.

Ma l’ikigai è molto di più

3 componenti su 4: possiamo considerarci soddisfatti?

Prendiamo di nuovo come riferimento il diagramma.

L’intersezione di ognuno dei quattro parametri definiti nel paragrafo precedente (passione, missione, vocazione e professione) con il parametro adiacente crea quella che definirei una zona d’ombra.

Abbiamo identificato tre dei quattro componenti che ci permetteranno di raggiungere il nostro ikigai, ma manca ancora qualcosa…vediamo perché.

Passione + Professione:

👍 Possiamo mettere in pratica le nostre competenze, e la fortuna vuole che ciò che sappiamo fare coincida anche con ciò che più amiamo fare. A fronte del nostro lavoro, inoltre, riceviamo una remunerazione. Sembrerebbe un ottimo risultato!

👎 In realtà ciò che manca in questo caso è la sensazione di fare la differenza, di cambiare il mondo con il nostro lavoro. Proviamo soddisfazione, ma non quella pienezza che il sentirsi utili potrebbe farci raggiungere.

Professione + Vocazione:

👍 Rispondiamo ad un bisogno fornendo ciò che è necessario, e per questo veniamo remunerati adeguatamente: abbiamo fatto centro?

👎 Se ciò che mettiamo a disposizione non coincide con ciò che amiamo non raggiungeremo mai una vera soddisfazione. La nostra vita sarà sicuramente più comoda e tranquilla, ma ci mancherà sempre ciò che solo la passione può garantire: occuparci di qualcosa che ci piace più di ogni altra cosa!

Vocazione + Missione:

👍 Abbiamo una passione che mettiamo a disposizione per soddisfare un bisogno e per questo ne riceviamo una remunerazione. Un incontro perfetto che rende felice la nostra vita? Non proprio…

👎 Può capitare che, per ciò che consideriamo la nostra passione, non disponiamo di reale competenza o inclinazione naturale. La consapevolezza dei limiti delle nostre capacità (ma anche la scarsa considerazione che potremmo ottenere dall’esterno) genera incertezza, e non è certo sull’incertezza che possiamo fondare la serenità e la soddisfazione della nostra vita.

Missione + Passione:

👍 Ciò che sappiamo fare coincide con i nostri desideri e le nostre passioni. Il nostro apporto soddisfa un bisogno, per cui abbiamo anche la gratificazione di sentirci utili. Ma è sufficiente?

👎 Questo binomio purtroppo non prevede un compenso per ciò che offriamo: l’incertezza economica che ne deriva non può offrirci la serenità necessaria a godere appieno della nostra vita.

Passo 3: il tuo ikigai.

Il diagramma ci mostra in maniera facilmente visibile cosa è in pratica il nostro ikigai.

È l’incontro perfetto dei suoi quattro componenti, qualcosa che ne comprende tutti gli aspetti che abbiamo visto finora e che, non escludendo alcun elemento, ci permette di sentire una reale e totale soddisfazione.

Un appagamento che riempie la nostra vita e che, proprio come detto all’inizio, è il motivo per cui ci alziamo dal letto tutte le mattine!

L’ikigai in pratica.

Se l’argomento ci incuriosisce e desideriamo saperne di più, ci sono vari modi con i quali possiamo approfondire l’argomento ed iniziare a lavorare sul nostro ikigai.

Carta e penna.

Più semplice di così non si può!

Prendendo come riferimento il diagramma non dobbiamo fare altro che stilare una lista delle informazioni che possiamo riferire ad ogni singolo componente dello schema.

Per facilitare questo esercizio possiamo utilizzare queste domande:

  • Cosa mi piace fare? Cosa mi entusiasma veramente?
  • Quali attività so svolgere con competenza? Cosa mi riesce con facilità?
  • Per quale attività (o altro) potrei ricevere un compenso?
  • Quali bisogni posso soddisfare? Cosa serve nel mondo?

Inserendo poi le risposte nelle singole sezioni del diagramma potremo ottenere una buona base di partenza per lavorare sul nostro ikigai.

Questionari online.

Anche in questo caso una ricerca sul web ci metterà a disposizione vari siti che offrono questionari online per la definizione dell’ikigai.

Tra quelli che ho visionato e testato personalmente, Ikigai Tribe è l’unico che mi sento di consigliarti di provare.

Propone un test online (purtroppo disponibile solo in inglese) composto da poche domande, rispondendo alle quali si riceve un feedback immediato.

Intendiamoci, non è certo da considerarsi vangelo ma può essere un indicatore utile a capire il nostro attuale livello di soddisfazione nei confronti della vita.

Il sito di Tal Braiman (fotografo e nomadic creator) mette a disposizione uno strumento online, disponibile anche nella versione business che permette di compilare con facilità il diagramma dell’ikigai.

Anche questo tool deve essere preso per ciò che è: un modo semplice e veloce per riportare in uno schema intuitivo le informazioni che ci forniranno indicazioni iniziali per la ricerca del nostro ikigai.

Se l’argomento ci interessa veramente, entrambe le opzioni rappresentano solo il punto di partenza per un approfondimento più serio.

Articoli online.

Con una semplice ricerca sul web è possibile reperire moltissimi articoli che parlano di ikigai.

L’unica accortezza è di fare riferimento a fonti affidabili e competenti, con le quali sia possibile approfondire l’argomento in maniera seria.

Libri.

Anche per quanto riguarda i libri che trattano questo argomento la scelta è molto ampia.

Personalmente mi sento di consigliare Ikigai rebel: impara le regole e infrangile: conosco personalmente l’autrice, tanto che più avanti ritorno sull’argomento! 😉

Perché cercare il proprio ikigai?

Per rispondere a questa domanda metterei al primo posto che gli esercizi necessari alla ricerca e definizione del proprio ikigai sono un ottimo modo per scavare dentro noi stessi, per conoscersi meglio e quindi per migliorare.

Se ciò non bastasse, a pari merito al primo posto 😊 aggiungerei che trovare il proprio ikigai permette di godere appieno della propria vita, ogni giorno.

Permette di realizzare i propri desideri, di sentirsi realmente appagati.

In poche, semplici parole, conoscere il nostro ikigai è il modo migliore per essere felici (o quanto meno per avvicinarsi il più possibile alla felicità)!

Cintura nera di ikigai.

Ho scelto di dedicare all’ikigai un articolo di questo blog perché è un argomento che mi affascina.

Raggiungere la piena consapevolezza della propria vita e realizzarsi come persone (sia nel privato che in ambito professionale) potrebbe sembrare un sogno.

Invece è possibile.

Per sfruttare appieno le potenzialità dell’ikigai certo non basta questo articolo.

L’argomento è molto più ampio e variegato e deve quindi essere gestito da professionisti seri ed affidabili.

Mi riferisco ad esempio a Federica Cantrigliani, Creative Ikigai Designer.

Federica è cintura nera di ikigai (mia personalissima definizione) ed è sicuramente la persona giusta per guidarti nella ricerca del tuo ikigai sia in ambito privato (Personal Ikigai) che professionale (Corporate Ikigai).

E per finire una confessione.

Ebbene si, io il mio ikigai l’ho trovato!

Se devo essere completamente sincera, non l’ho cercato, quanto meno non consapevolmente.

Diciamo che nel corso degli anni le mie inclinazioni naturali si sono evidenziate e rafforzate.

Ciò che amavo fare, e per il quale avevo anche adeguate competenze e sufficiente talento naturale, si è rivelato essere qualcosa che risponde ad un bisogno.

Lo pratico sia nel privato che in ambito professionale, e professionalmente ne ricevo un compenso.

Inutile dire quanto la mia vita, adesso, sia più serena ed appagante.

Questo è veramente tutto.

L’argomento ti ha interessato?

Pensi che lo approfondirai e che partirai alla ricerca del tuo ikigai?

Se ti va lascia un commento oppure contattami: sarei proprio curiosa di sapere cosa ne pensi!

A presto.

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