Il contratto: quali elementi considerare per tutelarsi al meglio?

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I contratti sono una presenza costante nelle nostre vite.
Che siano a lungo o breve termine, relativi all’acquisto o alla vendita di un prodotto o di un servizio, ognuno di noi ha ogni giorno a che fare con diversi contratti, come committente oppure in qualità di venditore o prestatore del servizio.

Per mettersi quanto più possibile al riparo dalle brutte sorprese è quindi importante conoscere gli elementi che questo documento dovrebbe includere (e cosa, invece, non dovrebbe esserci).

Stesso obiettivo, punti di vista diversi.

Se nella vita privata dobbiamo stipulare un contratto (ad esempio per un servizio di telefonia) probabilmente ci troveremo di fronte ad un testo standard, pressoché identico qualunque sia il gestore a cui ci rivolgiamo.

Questa tipologia di transazione non presenta quindi grandi difficoltà dal punto di vista contrattuale.

Occorrerà solo prestare attenzione alle condizioni offerte e ad eventuali clausole non evidenziate ma che ci potrebbero creare problemi.

Se la stipula di un contratto è invece in ambito professionale, questo documento diventa uno strumento essenziale per la buona riuscita della collaborazione.

Che tu sia un imprenditore o un libero professionista (e che tu sia il committente o il fornitore) è probabile che sappia già che se tutti i dettagli del contratto sono chiari il lavoro potrà essere svolto al meglio: avrai così (o sarai) un cliente soddisfatto.

Ma un contratto chiaro e completo è anche il modo migliore di prevenire eventuali contestazioni e di assicurarsi maggiori probabilità di ricevere la giusta remunerazione per il lavoro svolto

La base: cos’è il contratto?

É un accordo tra due parti in cui una persona si impegna a prestare, dietro corrispettivo e senza vincoli di subordinazione, una determinata opera o servizio.

Patti chiari, amicizia lunga!

Non è certo piacevole per nessuno dovere sprecare tempo, energie e denaro per dirimere una contestazione!
Al contrario, più informazioni sono inserite nel contratto, minore sarà il rischio di incomprensioni tra le parti.
Ecco perché prima di stipulare un contratto sarebbe bene fare attenzione ad alcuni elementi.

Vediamo quindi gli elementi ai quali fare particolare attenzione.

Le parti.

Il committente ed il fornitore devono essere citati in modo chiaro ed inequivocabile.

Nel caso in cui si preveda di avere bisogno della collaborazione di terze parti per lo svolgimento dell’incarico è senz’altro meglio citare questa possibilità fin dall’inizio.

L’oggetto.

Onde evitare contestazioni è fondamentale che l’oggetto del contratto sia definito in modo chiaro.
È possibile comunque prevedere clausole aggiuntive che prevedano eventuali successive modifiche, che dovranno poi essere accettate e sottoscritte da entrambe le parti.

Nel caso in cui il fornitore sia un professionista, un’altra clausola comunemente usata sancisce la libertà dello stesso di stabilire tempi e modi di svolgimento dell’attività, purché questa sia svolta con la massima diligenza e cura professionale…oltre ad essere completata entro i termini stabiliti.

La durata.

Se il contratto è relativo ad uno specifico progetto, la durata sarà ovviamente limitata nel tempo e dovrebbe pertanto essere citata.
Per collaborazioni continuative la durata può essere fissata su base annuale, con o senza rinnovo tacito.
In alternativa è possibile inserire la clausola che prevede la validità del contratto fino a quando una delle due parti non decide di recedere.

Il compenso.

Per evitare brutte sorprese la remunerazione concordata deve essere indicata nel contratto in modo preciso.

Se stai stilando un contratto in veste di fornitore e non sai esattamente quale tariffa applicare (ad esempio per un lavoro che non hai mai svolto in precedenza), il consiglio è di verificare quali siano le tariffe standard o più diffuse previste dal mercato per quella determinata attività.

Per qualsiasi attività dovrebbe essere possibile fare una stima del tempo necessario a portarla a termine.
Conoscendo la tariffa oraria definita per l’attività richiesta è poi possibile indicare un importo a forfait che includa la prestazione nella sua completezza.

Nel caso in cui l’attività da svolgere non permettesse una valutazione del tempo necessario a portarla a termine è invece meglio proporre una tariffa oraria o giornaliera.

Utile dettagliare sempre cosa comprende l’importo a forfait o la tariffa proposta e cosa invece dev’essere pagato a parte.
Altrettanto importante è citare eventuali spese accessorie che potrebbero dover essere sostenute per svolgere l’attività (come l’acquisto di materiali, le spese per eventuali trasferte o sopralluoghi).
In questo caso sarà opportuno valutare se includere tali spese accessorie nella proposta economica oppure se indicare nel contratto che all’occorrenza verranno fatturate separatamente.

Il pagamento.

Fondamentale stabilire quando e come debba essere effettuato il pagamento.

Innanzi tutto i termini di pagamento.

L’ideale sarebbe ovviamente un pagamento anticipato, ma chiaramente questa modalità non è sempre accettata dal committente.

Se le parti si conoscono e non ci sono dubbi sull’affidabilità del committente è possibile decidere con una certa tranquillità di concordare un pagamento alla consegna dell’attività completata, o addirittura con termini di pagamento più lunghi (fino a 60 giorni) e successivi alla consegna.

Facciamo attenzione anche al metodo di pagamento.

Il metodo da preferire è senz’altro il bonifico bancario, che ci mette al riparo da qualsiasi rischio.

⚠️ È bene ricordare che la copia di un bonifico che ci viene inviata deve contenere un codice identificativo (CRO), che viene inserito dalla banca al momento della lavorazione.
Se la copia che riceviamo non include il CRO si tratta semplicemente di un ordine di pagamento.
Come tale potrebbe essere rifiutato dalla banca per mancanza di copertura oppure annullato dall’ordinante stesso, per cui non rappresenta una certezza che il pagamento verrà effettuato.

Tra i metodi di pagamento alternativi al bonifico c’è poi l’assegno bancario.

⚠️ Seppure molto diffuso, non ci può purtroppo dare grandi certezze.
Infatti non abbiamo alcun modo di sapere in anticipo se lo stesso risulterà scoperto, cioè se sul conto corrente del traente ci sono abbastanza fondi per coprire l’importo dell’assegno.
Le conseguenze per chi emette un assegno scoperto sono importanti, ma noi dovremmo comunque perdere tempo ed energie per recuperare il nostro meritato compenso!

Pur non molto diffusi sono da citare anche il pagamento con assegno circolare ed il pagamento in contanti.
Entrambi con varie limitazioni imposte dalla normativa vigente, rappresentano comunque per il fornitore del servizio una maggiore garanzia di ricevere il proprio compenso.

Il recesso e la cessione.

É sempre bene prevedere come comportarsi nel caso in cui una delle due parti voglia o sia costretta ad interrompere la collaborazione e recedere dal contratto.
Meglio stabilire in anticipo le modalità di recesso, il necessario preavviso ed eventuali penali.

Nel corso del tempo, e soprattutto per collaborazioni continuative, potremmo anche trovarci nella condizione di dover prestare il nostro servizio non più al nostro committente originale ma ad altro committente al quale il contratto viene ceduto.
La cessione di contratto, infatti, è prevista dal Codice Civile, quindi legittima.
La parte che la subisce potrebbe però trovarsi a dover collaborare con qualcuno che non conosce o che addirittura non ritiene affidabile!
Prevedere un’apposita clausola che disciplini in maniera precisa questa eventualità può evitarci problemi e arrabbiature.

Occhio al furbo!

Esistono comportamenti diffusi che, come tali, sono ormai considerati consuetudini vere e proprie.

Ciò non toglie che queste “consuetudini” siano scorrette e spesso anche illegali!

Ecco qualche esempio:

  • rifiuto di stipulare un contratto scritto;
  • modifica delle condizioni del contratto senza un accordo scritto (o similare) accettato da entrambe le parti;
  • termini di pagamento superiori a 60 giorni dalla data di emissione della fattura;

📝 la normativa vigente prevede una scadenza massima di 60 giorni dall’emissione della fattura, trascorsi i quali scatta il calcolo degli interessi di mora!

  • pagamento con assegno bancario senza dicitura “non trasferibile” per importi superiori a €999,99;

📝 la normativa vigente non prevede alcun limite di importo per assegno bancario “non trasferibile”.

  • pagamento in contanti per importo superiore a €2.000,00;

📝 dal 01-01-2022 il limite massimo sarà ulteriormente ridotto a €1.000,00.

  • pagamento con assegno postdatato;

📝 l’assegno postdatato può essere presentato all’incasso anche prima della data indicata ma, essendo in questo caso considerato alla stregua di un titolo di credito, l’importo verrà decurtato di una determinata percentuale;

📝 in caso di problemi con il pagamento l’assegno postdatato non può essere presentato dal creditore per fare valere i propri diritti, ad esempio in caso di esecuzione forzata o decreto ingiuntivo.

Questi sono solo alcuni esempi delle (pessime) consuetudini che spesso ci troviamo ad affrontare, ma la lista potrebbe continuare…

Diffidate di chi vi propone un accordo che prevede uno o più di questi termini.
Magari si tratta di semplice superficialità del committente, magari no…per cui una verifica in più può fare veramente la differenza!

Contratto perfetto…ma il committente non paga!

Un buon contratto serve per tutelarsi da eventuali problemi, tra cui l’insolvenza è uno dei più frequenti.

Cosa fare se, nonostante tutte le attenzioni prestate ai termini del contratto, dovessimo avere difficoltà a riscuotere quanto ci è dovuto?

Innanzitutto…niente panico!

Analizziamo la situazione e cerchiamo di chiarire il motivo del mancato pagamento.

Ho fatto il mio dovere?

Prima di tutto un piccolo esame di coscienza: il lavoro può dirsi effettivamente concluso?
Abbiamo svolto il nostro incarico nel modo corretto, rispettando gli accordi presi?
Se la risposta è “SI”, allora cerchiamo di capire cosa non va.

Parliamone!

Un chiarimento con il committente è assolutamente il primo passo.
Può darsi che dal suo punto di vista il lavoro non sia stato completato adeguatamente oppure che qualcosa non incontri il suo gradimento.
Potrebbe bastare una chiacchierata per capire il problema e trovare il modo migliore – per entrambi! – di risolverlo.

Ho le tasche vuote 😟

Succede a volte che chi ci deve pagare abbia una momentanea difficoltà finanziaria.
Il consiglio è, ancora una volta, di parlarne!
L’accordo per il posticipo dei termini o per un piano di rientro potrebbe essere la soluzione giusta per entrambe le parti.

Non ti voglio pagare 😠

Nonostante la buona volontà, i tentativi fatti per risolvere il problema non hanno dato il risultato sperato…non resta che rivolgersi alle autorità competenti!

Ed ecco che entra in gioco il nostro contratto, sottoscritto da entrambe le parti e corredato di tutta la documentazione necessaria a riprova del corretto completamento del lavoro.

Sarà poi il giudice a stabilire quale delle parti ha ragione. 🤞

Per concludere…

Più dettagli stabiliamo in anticipo ed includiamo nel contratto, più facile sarà il nostro lavoro.

E se nonostante tutto dovessimo trovarci ad affrontare dei problemi, con un contratto chiaro ed esaustivo a disposizione avremo più possibilità di fare valere i nostri diritti.

 

Spero che troverai utile questo articolo.

Se vuoi condividere suggerimenti o riflessioni sull’argomento puoi lasciare un commento oppure contattarmi, così potremo conoscerci e confrontarci.

A presto!

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