Competenze: hard e soft skill ci guidano verso il successo.

Pubblicato il Posted in Business

competenze hard skill soft skill

Le competenze sono elementi fondamentali nella scelta di un collaboratore (o per proporsi come tale).

È infatti vero che i collaboratori sono un aiuto essenziale per un’attività.

Rendono possibile la delega di compiti che non richiedono necessariamente il nostro intervento diretto.

Allo stesso modo possono diventare insostituibili bracci destri, che integrano le nostre competenze e dai quali, magari, possiamo anche imparare.

Ma cosa succede se, ahimè, selezioniamo la persona sbagliata?

La scelta di un collaboratore è ovviamente soggettiva.

Dipende dalle mansioni che dovrà svolgere, dalle modalità che vorremo indicare per farlo e dal carico di responsabilità che decideremo di assegnare.

Ma scegliere correttamente (leggi: ciò che è giusto per noi in quel momento e in quella situazione) dipende anche dal carattere e dalla personalità (sua e nostra).

Come fare, quindi, per orientarsi in una materia così importante?

Le competenze.

Per competenza si intende, genericamente, un’abilità consolidata che possiamo utilizzare in contesti diversi ma simili tra loro.

In campo professionale, la competenza è generalmente identificata come un insieme di conoscenze generali e specifiche, inerenti alla propria attività.

Si tratta in pratica di tutto ciò che è necessario conoscere per svolgere il proprio lavoro in autonomia e correttamente.

Hard e soft skill: competenze diverse ma complementari.

Pur considerando le debite differenze relative ad ogni specifica attività professionale, è possibile identificare competenze di base (che sono quindi imprescindibili per il lavoro da svolgere) ed altre che potremmo considerare quasi un “bonus”.

Tra i “bonus”, non riconoscibili quindi come competenze di base, si annoverano quelle capacità pratiche (ma non esclusivamente pratiche) richieste per svolgere un’attività in maniera adeguata o che quanto meno possono agevolarci in questo senso.

Entriamo quindi nel campo delle hard skill e delle soft skill.

Le hard skill.

Sono tutte le competenze tecniche relative al proprio lavoro.

Solo per fare alcuni esempi:

  • chi opera nel campo dell’IT dovrà conoscere i principali metodi di programmazione;
  • coloro che si occupano di Customer Service dovranno avere familiarità con sistemi ERP e CRM;
  • re e regine della cucina dovranno padroneggiare ricette, tecniche di cottura…e così via.

Le hard skill sono evidentemente basilari ed oggettive: in loro mancanza sarebbe impossibile svolgere una determinata professione.

Queste competenze sono però solo la base sulla quale costruire una professionalità completa.

Avendo a disposizione solo hard skill il nostro operato potrebbe infatti essere classificato come “minimo sindacale”: accettabile ma non certo eccellente.

Le soft skill.

Sono le competenze trasversali, cioè l’insieme delle caratteristiche personali che permettono l’interazione con l’ambiente circostante.

Si tratta di qualità soggettive, acquisite nel tempo e strettamente legate al proprio vissuto.

L’importanza della trasversalità.

Come detto, le competenze trasversali sono necessarie per la corretta interazione nel proprio ambiente (anche, ma non esclusivamente, professionale).

Alcune di queste abilità vengono naturalmente sviluppate nel corso degli anni formativi.

Altre vengono acquisite attraverso l’esperienza professionale.

Va da sé che un collaboratore sarà tanto più valido quanto più ampie saranno le soft skill delle quali dispone.

Anche in questo caso, ovviamente, è applicabile il medesimo concetto espresso per le hard skill: in base all’attività da svolgere, alcune competenze saranno più importanti di altre.

Alcune di queste competenze trasversali sono, però, irrinunciabili.

Le competenze trasversali fondamentali (in rigoroso ordine alfabetico).

Abilità nei rapporti:

 

Autonomia ed intraprendenza:

  • svolgimento delle proprie attività senza che sia necessaria una supervisione;
  • proattività nel portare avanti i compiti assegnati;
  • capacità di proporre soluzioni o diverse metodologie di lavoro;

 

Flessibilità e capacità di adattamento:

  • facilità nell’inserirsi in un nuovo ambiente e nell’adattarsi ai cambiamenti (che si tratti di nuovi collaboratori, di un nuovo incarico o di un diverso metodo di lavoro);

 

Organizzazione:

 

Precisione:

  • attenzione ai dettagli (che fa la differenza, sempre);

 

Problem Solving e creatività:

 

Resistenza allo stress:

  • capacità di fare fronte alla pressione stabilendo le giuste priorità e senza farsi travolgere dal carico di impegni o da eventuali emergenze.

 

Questi sono solo alcuni esempi delle soft skill che possono risultare fondamentali nello svolgimento di un’attività.

A queste competenze possono aggiungersene molte altre, più o meno rilevanti rispetto alle mansioni da portare a termine.

Le due facce della medaglia.

È evidente come hard e soft skill siano elementi fondamentali di qualunque rapporto professionale, sia che ci troviamo nella necessità di scegliere o gestire uno o più collaboratori, sia che desideriamo proporci come tali.

Queste due posizioni prevedono però due diversi approcci:

La ricerca e la gestione di collaboratori.

Per la ricerca (e la successiva gestione) di un collaboratore ho identificato tre punti importanti:


Identifichiamo con chiarezza le caratteristiche che cerchiamo in questa persona:

  • quali attività dovrà svolgere?
  • quale grado di autonomia concederemo?
  • dovrà avere specifiche conoscenze tecniche?
  • quanta esperienza e quali caratteristiche minime serviranno?

Gli elementi da considerare sono tanti, tutti ugualmente importanti per non incorrere in una scelta sbagliata.

Prendiamo in considerazione anche il valore di questa persona, al quale il compenso che siamo in grado di offrire dovrà essere allineato.

 


Verifichiamo le conoscenze:

  • possiamo partire da un curriculum vitae per poi ripercorrerne le informazioni più rilevanti;
  • se abbiamo diretta conoscenza delle mansioni che il collaboratore dovrà svolgere sarà ovviamente molto più semplice comprendere se chi abbiamo di fronte ha le competenze tecniche necessarie;
  • alcune domande specifiche ci permetteranno di verificare anche le soft skill del candidato;
  • in questo senso prestiamo attenzione non solo alle risposte in sé ma anche alla scelta delle parole, all’atteggiamento e in generale alla comunicazione non verbale;
  • potrebbe rivelarsi utile ricorrere anche ad informazioni esterne: eventuali conoscenze comuni, profili social o altre fonti possono fornirci un’idea più precisa di chi abbiamo di fronte.

 


Trovata la persona che riteniamo giusta per noi e per le nostre esigenze ricordiamoci di…tenercela stretta:

  • i buoni collaboratori sono preziosi per la nostra attività: impegniamoci a coinvolgere ed ispirare il nostro team, a motivarne i membri ed a spronarli a crescere;
  • solo così i nostri collaboratori potranno esprimere tutto il loro potenziale e dare il meglio di sé: miglioreremo così la loro vita professionale e, contemporaneamente, anche la nostra attività;
  • non escludiamo la possibilità di imparare da loro anche qualcosa di nuovo 😊.

Quali competenze se il collaboratore sei tu?

Tutti prima o poi sono stati o saranno aspiranti collaboratori (o fornitori).

Ecco quindi qualche spunto (che può tornare utile anche nella ricerca di collaboratori) per rendere maggiormente efficaci le nostre azioni in questo senso.

Assicuriamoci innanzitutto di possedere le competenze necessarie a svolgere l’attività per cui desideriamo proporci.

📌 Ciò non significa rintanarci nella nostra comfort zone: aspirare a migliorare se stessi e la propria professionalità è un diritto!
Occorre ovviamente avere solide basi sulle quali costruire, ma non dimentichiamo che possedendo le conoscenze di partenza non c’è nulla che non possiamo imparare studiando ed impegnandoci.

Ciò detto…come convincere chi ci sta di fronte che siamo la persona giusta?

In questo caso il nostro atteggiamento sarà rivelatore.

Il nostro curriculum può solo elencare le nostre competenze, ma starà a noi far trasparire curiosità, flessibilità, apertura, voglia di imparare…e ogni altra caratteristica vincente che sappiamo di possedere.

Ricordiamoci però di non strafare: un eccessivo entusiasmo potrebbe essere erroneamente interpretato come leggerezza o addirittura arroganza!

L’esperienza e l’impegno.

Le hard skill sono acquisibili con lo studio o con la pratica diretta.

Impegno ed attenzione sono in questo caso ampiamente sufficienti.

Le soft skill invece sono tutt’altro discorso.

In primo luogo perché almeno in parte:

  • dipendono dalle nostre naturali inclinazioni
  • sono il risultato delle nostre esperienze
  • ma vengono filtrate anche dal nostro carattere.

Sicuramente il tempo è un nostro alleato perché l’esperienza si accumula negli anni.

Sta però a noi impegnarci affinché non sia uno sterile insieme di giorni trascorsi ed attività svolte, il tutto ammucchiato e poi accantonato.

La curiosità e l’apertura mentale sono fondamentali.

Ci permettono di far tesoro di ogni esperienza e di cogliere ogni occasione per accrescere le nostre conoscenze, ampliare i nostri interessi, migliorare noi stessi.

Tra le esperienze, poi, è utile annoverare anche quelle negative.

Un errore ci può insegnare moltissimo: serviranno solo un poco di umiltà ed intelligenza per comprendere dove abbiamo sbagliato e come correggerci, per fare meglio la volta successiva!

Allo stesso modo l’interazione è uno strumento inestimabile.

Osservare gli altri, ascoltarne le motivazioni, comprenderne il comportamento ci aiuta a crescere, migliorando anche la nostra empatia e la capacità di dialogo.

Un sano scambio di idee può mettere tutto nella giusta prospettiva, obbligandoci ad ascoltare il nostro interlocutore e ad argomentare la nostra visione.

Aiutandoci, magari, anche a trovare una brillante soluzione alternativa.

L’importante è lavorare su se stessi.

Riconoscersi pregi e difetti.

Ampliare i propri orizzonti culturali.

Insomma imparare, imparare sempre!

La morale della favola.

Un collaboratore è una risorsa: può esserci di aiuto, occupandosi di compiti che ci sottraggono tempo ed energie che potremmo invece dedicare ad altre attività.

Un buon collaboratore però è qualcosa di ben più prezioso: può diventare un nostro pari, che ci supporta, ci completa e ci sprona a migliorare.

L’importante è, appunto, trovare il giusto collaboratore.

Che siamo chi lo ricerca o chi si propone ricordiamo sempre di:

  • analizzare attentamente le nostre esigenze e le nostre possibilità (anche in termini di budget);
  • mantenere la mente aperta;
  • fare tesoro di ogni esperienza per affinare le nostre competenze di base, tecniche e trasversali ed acquisirne di nuove: più sviluppate sono le nostre skill, più facilmente riconosceremo il potenziale negli altri o avremo maggiori possibilità di risultare la persona giusta;
  • credere in noi stessi per essere in grado di dare fiducia ai nostri collaboratori o per trasmettere tutta la nostra potenzialità.

Che tu sia alla ricerca di un collaboratore o che ti proponga come tale, hai altri suggerimenti in proposito?

C’è qualcosa che ti ha colpito o su cui non sei d’accordo?

Se ti va condividi il tuo pensiero o le tue esperienze lasciando un commento.

Altrimenti puoi contattarmi, sarà un piacere discuterne direttamente.

A presto.

0 0 votes
Article Rating
AIUTAMI A DIFFONDERE QUESTO ARTICOLO:
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments